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IL FALSO IGNORANTE
News pubblicata il 09-08-2015
Vuole essere ignorante, vuole rimanere ignorante. Pretende che la gente gli dia dell'ignorante. Ignora il futuro, non sa i fatti degli altri, non conosce l'italiano e nessuna altra lingua. Non sa nulla di matematica quantistica e nemmeno del trigono trigonometrico. Non ha il pezzo di carta, quindi è un ignorante.
Quel pezzo di carta non l'ha preso,è caduto dall'albero ancora acerbo, ignorante. E’caduto dall'albero della conoscenza senza che nessun serpente convincesse l'Eva di turno a rubare per raccomandarlo all'Adamo di turno, è caduto ed è rimasto lì, acerbo, ignorante. La terra è tonda e quindi è ruzzolato un po' di qua ed un po' di là, imparando un mestiere, imparando un metodo che poi avrebbe potuto insegnare. Ma cosa vuole insegnare a qualcuno se non è stato colto maturo dall'albero. L'unica cosa buona che gli rimane da fare, essendo così in basso, con l'erba che gli sfiora il viso è pensare, ascoltare, memorizzare, curiosare e “rubare” il più possibile da chi, invece, dall'albero è stato colto una volta maturo ed incartato in quel pezzo di carta che lui, erroneamente voleva usare una volta espletati i suoi bisogni arcaici. Cogitat ergo …..pensa quindi esiste, è un essere pensante, ma è caduto dall'albero troppo acerbo. A volte pensare lo fa sentire maturo, frutto dell'albero colto al momento giusto, pregno della sua filosofia, non di quella del “tanto è così che doveva andare” oppure di quella “ma cosa ci vuoi fare, ti devi adeguare!”. I suoi pensieri sono frutto del suo pensare, della sua logica, del suo uno più uno fa, spesso e volentieri, due. Vive della filosofia degli ignoranti, dei curiosi, di quelli che si informano da più fonti possibili, che le confrontano. Che le analizzano con il proprio pensiero e che ne traggono delle conclusioni che, a volte, ma spesso, troppo spesso, sanno di logica di base. Che hanno il sapore delle cose che sicuramente vanno o andranno nel modo analizzato. Pensa e si sente il Platone degli immaturi, l'Umberto Eco dei “poveri”.Ma alla fine della farsa, quello che lui è, lo sanno in pochi. Ha un sogno, anzi ne ha più di uno, o meglio, ne ha troppi. Ha sogni fatti di sole e bel tempo, di pioggia e tempeste di vento. Ha sogni di feste e di momenti tristi e di feste nei momenti tristi. Vive nei sogni, nell'essere il supereroe dei suoi fumetti d'infanzia, quell'eroe che poteva salvare il mondo ma che alla fine curava solo gli interessi suoi e del mondo... ma perché cambiarlo in meglio, se nel mondo non ci fossero più problemi a cosa servirebbe un supereroe? Se le cure togliessero del tutto il male, a cosa servirebbero medici e medicinali. Se nel mondo non ci fossero più guerre a che servirebbero i medici, i medicinali, i venditori di armi, i politici, le lobbies di qualsiasi massoneria.Ha sogni bellissimi, ha sogni concreti e sogni concretizzati. Pensa e continuerà a farlo perché pensare vuol dire essere ignorante, vuol essere la strada in discesa dove rotolare tra fili d'erba e fiori profumati, cercando di non passare sempre in mezzo agli escrementi che sono stati sparsi qua e là da qualcuno che non sa cosa farsene del pezzo di carta. Là in fondo c'è il suo mondo, il modo di essere un ignorante che ignora quello che è. A dire il vero lui sa esattamente chi è….. , cosa è….. ! . Uno che ignora e che quindi vuole rotolare verso un suo sapere, ogni giorno, fino a che potrà pensare con la sua testa e non con quella di qualcun altro. |
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