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PENSIERI DALLA PREISTORIA
PENSIERI DALLA PREISTORIA
News pubblicata il 25-01-2015

PENSIERI  DI UN “ANTICA” ATLETA

Non c’é niente da fare. Quando entro in palestra e mi dicono che il Coach stasera non ci sarà, mi prende per un attimo quella sensazione di…”uffa”.

Il Coach mi ha ritagliato un ruolo ben preciso nella squadra: il bersaglio. Io ho il compito di provare l’allenamento da fare. Fin qui nulla di difficile, vero. Devo però ricordarmi di riscaldarmi in anticipo perché il Mister non puo’ perdere tempo.

Una delle prime cose che ho imparato è che l’allenatore e’ un’ autorità. E’ l’Allenatore!

Vi confesso che un po’ mi incute timore. Sara’ quel guardarlo sempre dal basso verso l’alto che mi ricordi i tempi della terribile maestra delle elementari.

Quando siamo in palestra uno dietro l’altro a barcamenarci tra gli esercizi di tecnica, ho sempre il timore di essere “beccato”  dal mister e mitragliato prima da una serie di improperi e poi di suggerimenti che mi complicano ancor di piu’ la vita  disintegrandomi le poche certezze che avevo.

Per il Coach non vai MAI bene.

Per il Coach il tempo e’ relativo. Fosse per lui sarebbe sempre troppo poco e  i tempi degli esercizi troppo brevi.Sembra che ti faccia un favore. Io non ho fretta, se mi regali 10 secondi di recupero in piu’ mi allunghi la vita di un’ora.
Non mostrare mai troppo entusiasmo per la prestazione della tua ultima gara: non ti regalerà mai niente di più di un tiepido “niente male”.

Il Coach indossa sempre vecchie magliette di gare riciclate per gli allenamenti.
I suoi attrezzi da lavoro sono il fischietto ed il vocione.  Il Coach è più scoutman di un capo scoutman.  Riesce a vedere e ricordare  tutti gli errori  di un’orda di giocatori che vanno avanti ed indietro  come uno YoYo. Non sbaglia mai.

Il Coach ha sempre ragione quindi zitto e salta.

Il Coach ha una mira fenomenale. Quando lancia palloni a raffica  ha una percentuale di realizzazione del 95%. Se non ti centra e’ solo perche’ ti ha visto provato ed ha avuto pietà di te.

Il Coach scrive gli allenamenti in una lingua sconosciuta ai più. Io per capire “ P1 16>25 1/2V   1/2F 10/12”R” ho dovuto prendere ripetizioni di matematica ed italiano da un agente dei servizi segreti.

Il Coach non GIOCA QUASI MAI .  Non RIDE Mai.  Se lo fa è solo a luci spente e a gara finita.

Ho anche capito perche’ nei vari esercizi di stretching bisogna sciogliere anche il collo. Quando l’autorità spiega bisogna prestare attenzione stando  a testa  alta. La cervicale ringrazia.

L’unico complimento che può fare il Coach è quando richiama l’attenzione urlando “ragazzeeee”.